lunedì 23 febbraio 2009

Licenziata: Caso di “Age discrimination’’ Lettera inviata ad un Giornale locale…. da una cara Amica

Sono trascorsi 14 mesi da quando l’azienda dove lavoravo, una multinazionale che acquistava i tessuti da ogni parte del mondo, moltissimi da Prato, per poi produrre il capo confezionato per la grande distribuzione in oriente, mi ha licenziata. La mia esperienza nel tessile è iniziata 25 anni fa in un lanificio di Prato e, passo dopo passo, arrivata a questa grande azienda internazionale, che mi dava, così pensavo allora, sicurezza e soddisfazione lavorativa. Purtroppo oggi non è più così, insieme a me è stato licenziato tutto lo staff e la grande azienda ha spostato i suoi interessi verso altre mete, dove la manodopera è più a buon mercato, seguendo il trend di tante altre imprese. In questi mesi ho cercato una collocazione, anche in altri settori ma avendo un’età vicino ai 50 anni probabilmente rientro in quella categoria di persone per cui trovare un lavoro che mi permetta di vivere dignitosamente e’ sempre più difficile. Gli inglesi la chiamano ‘’age discrimination’’, sì perchè a 50 anni si e’ troppo vecchi in Italia per essere ricollocati. Le Istituzioni per prime, dovrebbero cercare di aiutare a trovare un percorso riqualificante e con sbocchi lavorativi a tutte le persone che come me, pur avendo maturato una professionalità, si ritrovano con una certa età e con famiglia. Vedo che i nostri organi amministrativi tentennano nel prendere decisioni che favoriscono i processi lavorativi, o, magari se prendono una decisione, questa ricalca sempre scelte già collaudate. Ho letto l’iniziativa del “grande evento”, riguardante l’esposizione nella nostra città, promossa dalla Provincia di Prato dei tessuti provenienti dall’Hermitage di San Pietroburgo. Oggi più che mai, si ricalca sempre e solo la strada del tessile, nella realta’ questa fiera apporta pochi benefici ma richiede sicuramente grandi risorse e investimenti mentre ci sono rifinizioni, tintorie e lanifici che nel frattempo pensano di ridurre il personale o chiudere i battenti. Possibile che si viva ancora come se fossimo “all’età della pezza”? Perché si deve per forza puntare tutto sul tessile che oramai e’ declinato? Prato e’ sulla stessa strada di Manchester : si ridurrà soltanto a un distretto di poche aziende tessili specializzate. C’e’ bisogno di guardare oltre, di reinventarsi, di rimettersi in gioco. I pratesi sono bravi imprenditori e troveranno altri settori ma le istituzioni devono collaborare ed aiutarli a trovare nuove risorse. Per esempio, valorizzare il patrimonio storico, aprendolo al turismo. Il mondo ha fame di cultura e se ben organizzata e mostrata potrebbe rappresentare una grande risorsa per il futuro. Una testimonianza presente sul nostro territorio sono fra tante cose anche i reperti etruschi trovati durante gli scavi dell’Interporto di Gonfianti. Fra questi è emersa una coppa, una ceramica attica a figure rosse di poco più di 30 cm di diametro, attribuita al famoso artista greco Douris, tanto celebre nella sua epoca (dal 500 al 480 avanti Cristo) da poter essere paragonato al nostro Leonardo. La conferma che questo reperto è prezioso è nel fatto che l’ispettrice della soprintendenza ha portato via la coppa mettendola in sicurezza presso i locali della Soprintendenza. Capolavori simili sono rari al mondo e per trovare qualche altro esemplare (ma non certo questo, perchè ogni coppa è un pezzo unico) di Douris dobbiamo andare ai Musei Vaticani. Si potrebbe valorizzare questo esemplare, organizzando un convegno internazionale, ma con al centro dell’interesse la famosa coppa di Douris. Abbiamo in casa una “Gioconda” e non sappiamo sfruttarla per creare ricchezza e lavoro (penso al turismo, italiano ma soprattutto estero, alle figure professionali che formano l’indotto dei convegni, ecc.). Perchè le Istituzioni non prendono iniziative ? Eppure basterebbe guardare la città di Cortona, dove con qualche anfora, cratere, buccheri, ma non certo del valore venale ed artistico della famosa coppa di Douris, hanno organizzato una mostra, inserita in un contesto di studio, dove è stata coinvolta l’Università Canadese di Alberta. Non si potrebbero invitare nella nostra città studiosi ed archeologi da tutto il mondo per far leggere la tanto citata coppa e far dare da loro un valore storico ed artistico, magari facendoci spiegare con delle ipotesi perchè questa coppa è stata trovata proprio nel Comune di Prato. Da persona concreta alle prossime elezioni voterò quel candidato a Sindaco che si prende l’impegno di fare le cose dette sopra , che sia utile per la città e che, al tempo stesso, offra possibilità di lavoro a noi cinquantenni ed ai nostri figli. .

Ringrazio per l’attenzione, porgo distinti saluti.

A.G. Prato

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