mercoledì 17 settembre 2014

Rifiuti scomodi, trattiamoli con la dissociazione molecolare

Un lettore interviene nel dibattito sul termovalorizzatore che sorgerà a Parma

di Valter Abelli

L'approccio non ideologico ai temi ambientali, specialmente se riferito ai rifiuti, è indispensabile se si vuole trattare l'argomento in termini razionali. Per diminuire la produzione di rifiuti, diretti od indiretti,va da sé che bisogna ridurre i contenitori ed imballaggi, programmare meno rottamazioni, migliorare ed aumentare il ripristino e le manutenzioni, produrre e far consumare meno cose spesso inutili; non ci sono dubbi che tutto ciò riduce il residuo e minori sono i problemi legati al loro trattamento sia che si tratti di residuo riciclabile da riportare a bene utilizzabile sia che si tratti di residuo inutilizzabile e quindi da smaltire in discarica o da destinare alla produzione di energia.
Sono fra coloro che non fanno della ecologia la nuova divinità pagana ne propongo il riciclo per il riciclo anche se dannoso ma desidererei semplicemente la massima compatibilità e l' ambiente il più salubre possibile. Nessun preconcetto quindi all' inceneritore con la valorizzazione del calore che comunque è un passo avanti importante rispetto alla dispersione dei rifiuti nell' ambiente ed alle discariche che ritengo la soluzione peggiore.
L' ideale è individuare quelle soluzioni possibili che producano i minori oneri ed i maggiori vantaggi, per questo mi pare essenziale, per trattare i rifiuti non riciclabili, la introduzione di quegl' impianti che realizzano la dissociazione molecolare ad elevatissima temperatura che, operando in camera stagna e in assenza di combustione,garantiscono contro le emissioni di fumi in atmosfera ed il riuso delle scorie rese inerti dalla loro vetrificazione.
La tecnologia TWR e PYROMEX (brevettata anche in Italia) danno una puntuale risposta al problema. Una competizione reale fra inceneritore con valorizzazione del calore, anche di ultimissima generazione, e gassificatore ha un solo vincitore: il gassificatore sotto tutti gli aspetti, ovviamente con tecnologia o TWR o PYROMEX , per verificare quanto sostenuto si può visitare l’impianto di Monaco di Baviera.
In primo luogo il termovalorizzatore necessita di grandi dimensioni e sufficiente quantità di residuo, utilizza la combustione quindi genera fumi e ceneri con conseguenti emissioni tossiche in atmosfera, anche se ridotte, ed abbisogna di discarica per le ceneri non inerti mentre il gassificatore, di cui qui si fa cenno, elimina entrambi gli inconvenienti in quanto le "scorie" altro non sono che materiale inerte e riutilizzabile oltre naturalmente ad avere alcuna emissione in atmosfera, diverso è per gli impianti di pirolisi a basse temperature ( vedi EnerGo) che necessitano di una fase che prevede combustione. La purezza dei gas ottenuti dipende dall' impianto ma se ottenuti attraverso il processo di gassificazione a temperature ultraelevate, oltre i 1.500° C anche la loro purezza è molto elevata tanto che per renderli utilizzabili al pari del gas metano sono sufficienti un semplice acido ed un pulitore basico. L' impianto Pyromex poi monitora in tempo reale i componenti CO, CO2, H2, CH4 e registra i risultati su chip e quindi sempre controllabili.
Attraverso il sistema Pyromex si riesce a trasformare in gas il 99,96% dei materiali organici, va da sè, che pur potendo trattare qualsiasi tipo di rifiuto dal tal quale al monocomponente, maggiore è la quantità di materiale organico introdotto proporzionalmente maggiore è la quantità di gas ed energia ottenuti. La resa , in termini di energia, del sistema Pyromex per tonnellata di rifiuti con potere calorifico di circa 4.000 Kcal/Kg permette di ottenere 1.500 Kw di energia elettrica.
Il costo dell' impianto,che è modulare e può servire necessità da 5 a 5.000 ton/giorno, sia di istallazione che di funzionamento è fortemente più ridotto rispetto agli inceneritori con recupero di calore senza poi considerare gli spazi che sono di circa un decimo a parità di materiale trattato, ed ancora l' energia disponibile al netto dell' autoconsumo è di circa 2/3 rispetto ad 1/3.
L' altro grande vantaggio dell' impianto Pyromex o TWR, che va dovutamente considerato, è la caratteristica modulare ( 25 Ton/Giorno rendono l’impianto redditizio) per cui non è necessaria la grande struttura , la quale poi necessità di infrastruttere adeguate con conseguenti costi e congestioni viarie con relative emissioni,ma può essere collocato laddove si producono i rifiuti in strutture piccole e magari già esistenti ed inutilizzate, con impatto ambientale viario quasi inesistente e senza dover provvedere alla realizzazione od adattamento della rete di trasporto della energia elettrica se prodotta sul posto, inoltre, disponendo di più moduli funzionanti in parallelo, un eventuali guasto non pregiudica il funzionamento complessivo.

Gli impianti di decomposizione molecolare ( tecnologie TWR e PYROMEX), proprio per le caratteristiche positive( emissioni tossiche: zero, eliminazione della discarica,produzione energetica), hanno grande applicazione nel mondo, Europa compresa, mentre in Italia incontrano difficoltà e di ciò non si comprendono le ragioni specialmente se le motivazioni sono date da mancanza o carente sperimentazione.
Le sperimentazioni non si eseguono soltanto post-istallazione ma si eseguono pre-istallazione e specialmente quando godono di brevetto dispongono di dati elaborati,comunque disponibili e verificabili, nei laboratori e nelle varie fasi di esecuzione del progetto sperimentale.
La eventuale ragione che non si dispone di sufficiente conoscenza tecnica non vale per gli impianti Pyromex, già da tempo in funzione, un dato per dare la dimensione delle sue applicazioni: nel 2008 hanno ricevuto commesse pari a 1,84 miliardi di € a dimostrazione dell’ affidabilità dell’ impianto. Relativamente poi alle esigenze del territorio parmense va da sé che un impianto che elimini rifiuti, diversamente destinati alla discarica, va realizzato e stante l’ urgenza non esistono alternative pronte all’ impianto proposto avendo tra l’ altro superato i dovuti controlli di compatibilità ambientale oltre naturalmente aver espletato tutte le formalità burocratico-amministrative sempre lunghissime e laboriose.
Fin da ora però, penso, le autorità di competenza ,a cui anche la Conferenza dei Servizi deve dare il proprio contributo, devono mettere in cantiere subito un impianto di gassificazione dei rifiuti, naturalmente ad emissione zero, anche se di ridotte dimensioni ( il sistema essendo modulare può lavorare anche 5 Ton/giorno), per trattare residui eccedenti , rifiuti speciali o monocomponenti o servire alla bisogna di comuni scoperti di servizio. Una simile iniziativa potrebbe essere una risposta molto significativa alla costante ricerca della miglior soluzione per eliminare in positivo elementi di scarto di cui, nolenti, ci dobbiamo liberare.

 

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