domenica 12 dicembre 2010

La Niña "strong" continua a raffreddare gli oceani

Come è naturale la Niña strong ha raffreddato molto le temperature superficiali degli oceani. Il raffreddamento sì è poi riverberato per convezione alla troposfera tropicale e alle aree di alta troposfera globale. Le previsioni continuano a vedere nei prossimi mesi il perdurare della fase di ENSO negativa.

Aldo Meschiari: 12-12-2010 ore 11:33

Il dato globale delle anomalie delle temperature delle acque superficiali degli oceani (SSTA) è ulteriormente sceso a +0,097°C, secondo la misurazione OI SST v2 (Optimum Interpolation delle SST, versione 2, elaborato dal NOAA), contro i già bassi +0,128°C di ottobre. D'altronde la Niña continua a presentarsi con valori sensibilmente negativi, anche se nelle ultime settimane vi è stato un leggero aumento. Ora il suo valore è di* -1,4°C (Niño 3.4)* , mentre l'indice MEI si è portato a -1,6. Valori davvero bassi che il NOAA prevede possano abbassarsi ancora tanto nei prossimi mesi, come possiamo vedere nel secondo diagramma: addirittura la zona di Niño 3.4 potrebbe portarsi a -3°C, che sarebbe un dato eccezionale. La questione però della previsione dell'indice ENSO è complessa: infatti non tutti i Centri di Studio sono concordi nella previsione dell'intensità della Niña nei prossimi mesi, ma tutti concordano sulla lunga durata dell'episodio.

Come scrivevano nel precedente articolo relativo agli indici oceanici, il Niño rappresenta il volano del clima globale. Infatti dapprima esso riscalda o raffredda, a seconda della fase, gli oceani e poi attraverso il meccanismo di convezione e conduzione raffredda notevolmente la troposfera tropicale: in effetti secondo le rilevazioni satellitari l'area tropicale è già sottomedia. Successivamente il raffreddamento si riverbera all'alta troposfera e alla stratosfera delle aree temperate e artiche. Solo alla fine il raffreddamento si palesa a livello globale.

Sappiamo che la PDO (Pacifical Decadal Oscillation) è collegata direttamente al ciclo ENSO. Da diversi mesi si trova in territorio negativo, ad ottobre faceva misurare un'anomali di circa -1°C. Vi sono buoni motivi per pensare che tale indice abbia da tempo intrapreso la sa fase negativa della durata di circa un decennio. Mentre passiamo in rassegna i principali indici oceanici i lettori possono individuare sulla carta tematica la loro collocazione.

L'altro grande volano climatico è l'Indo Pacific Warm Pool (IPWP) che rappresenta infatti un enorme magazzino di calore. Anche questo indice ha visto un certo calo: ora l'anomalia ancora positiva si colloca intorno ai +0,4°C.

Venendo all'Oceano Atlantico non possiamo parlare dell'AMO, l'Atlantic Multidecadal Oscillation,un indice che ci riguarda direttamente. Sappiamo che si trova nella sua fase positiva dagli anni Novanta. Il ciclo dell'AMO è molto più lungo di quello della PDO, è può richiedere da una fase all'altra anche 30 anni. Aiutato anche dalla stagionalità, l'AMO è scesa a novembre a +0,283°C.

Infine un'occhiata veloce all'area tropicale dell'Atlantico, la TNA, responsabile diretta degli uragani che si sfogheranno nell'area del Golfo del Messico. Notate come sia questa l'area più calda nella carta tematica OI SST v2. In effetti è in forte anomalia positiva, con +0,74°C.

 

 

  

Nella prima carta tematica, gentilmente tratta dal sito www.ncdc.noaa.gov/oa/climate/research/sst/oi-daily.php vediamo le SSTA e i principali indici climatici oceanici.
Nel secondo diagramma la previsione ensemble del NOAA per la Niña, ovvero per l'area Niño 3.4.

 

copyright  Aldo Meschiari

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